
Fiume del contagio
Tecnica mista 30x40 - 2020
Questo quadro, realizzato durante il periodo della chiusura totale dovuta alla pandemia di COVID-19, si presenta come una potente allegoria visiva della crisi globale e delle sue dinamiche più oscure. A sinistra, l’occhio dell’osservatore viene catturato da una pianta infestante dai tratti inquietanti: i suoi rami si attorcigliano attorno a delle banconote, suggerendo una natura parassitaria del denaro, che prospera soffocando ciò che lo circonda. Dal suo fiore rosso, simbolo di inganno e attrazione mortale, emergono lingue che diffondono spore: un chiaro riferimento alla diffusione della disinformazione, della propaganda o dell'influenza tossica del potere economico.
Sulla destra compaiono delle figure umane stilizzate, prive di espressione, marionette riconoscibili non per il volto, ma per segni distintivi che le identificano come rappresentanti di diversi Stati. Queste figure appaiono guidate da fili invisibili, suggerendo la loro mancanza di autonomia o di volontà reale. Al centro domina la scena una figura simbolica: l’omino dell’euro, che sovrasta un insieme di palazzi raffigurati come lame affilate. Ogni edificio rappresenta il popolo mondiale, trasformato in struttura rigida, spersonalizzata, tagliente. Il palazzo centrale, che si distingue dagli altri, è una banca, posta come fulcro del sistema. Da queste lame scorre sangue, che va a formare un fiume — rosso e denso — al cui interno si muove il virus del COVID-19, come se la malattia fosse alimentata e trasportata dal sacrificio e dalla sofferenza collettiva.
Il quadro si configura così come un'opera di denuncia: una rappresentazione cupa ma lucida della crisi sanitaria vissuta come conseguenza e specchio di un sistema economico-finanziario in cui il potere e l’interesse sovrastano la vita umana. Il messaggio è chiaro e disturbante: il dolore del popolo è linfa per un sistema che continua a prosperare, anche — e forse soprattutto — nei momenti di emergenza.
Sulla destra compaiono delle figure umane stilizzate, prive di espressione, marionette riconoscibili non per il volto, ma per segni distintivi che le identificano come rappresentanti di diversi Stati. Queste figure appaiono guidate da fili invisibili, suggerendo la loro mancanza di autonomia o di volontà reale. Al centro domina la scena una figura simbolica: l’omino dell’euro, che sovrasta un insieme di palazzi raffigurati come lame affilate. Ogni edificio rappresenta il popolo mondiale, trasformato in struttura rigida, spersonalizzata, tagliente. Il palazzo centrale, che si distingue dagli altri, è una banca, posta come fulcro del sistema. Da queste lame scorre sangue, che va a formare un fiume — rosso e denso — al cui interno si muove il virus del COVID-19, come se la malattia fosse alimentata e trasportata dal sacrificio e dalla sofferenza collettiva.
Il quadro si configura così come un'opera di denuncia: una rappresentazione cupa ma lucida della crisi sanitaria vissuta come conseguenza e specchio di un sistema economico-finanziario in cui il potere e l’interesse sovrastano la vita umana. Il messaggio è chiaro e disturbante: il dolore del popolo è linfa per un sistema che continua a prosperare, anche — e forse soprattutto — nei momenti di emergenza.
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